“Il complesso di San Domenico a Forlì”

Per descrivere lo stato attuale del complesso di San Domenico, è necessario cominciare dalla fine, ovvero dal parziale crollo della chiesa avvenuto nel 1978 ed esteso a gran parte della copertura.

La storia recente dell’edificio è il racconto della sua rinascita.

Inizialmente pensata come luogo per spettacoli teatrali, nel 1992 viene definita la modifica di destinazione d’uso e nel 1996 avviato il progetto preliminare del restauro, per adibire la struttura a sede della pinacoteca civica, quindi riqualificata la piazza antistante (2004). L’apertura al pubblico del convento ristrutturato è stata celebrata con l’inaugurazione della mostra su Marco Palmezzano (2005): il primo di una serie di grandi eventi che da allora caratterizzano ogni anno le iniziative dei Musei San Domenico. Nel 2015 si sono conclusi i restauri della chiesa, che hanno permesso di recuperare ulteriori spazi per eventi espositivi e culturali, rappresentati nella grande sala coperta dalla volta formata da centine in legno.

Complesso San Domenico Forlì
Forlì, Ingresso dell’ex Convento di San Domenico e chiesa di San Giacomo Apostolo, sec. XIII

La presenza dei domenicani a Forlì è attestata già dall’inizio del XIII secolo e la fondazione del convento sembra risalire al 1229, secondo quanto ci riferiscono gli storici locali del Seicento. La chiesa dei domenicani forlivesi è dello stesso periodo e da sempre dedicata a San Giacomo Apostolo. Il convento era disposto su due piani e distribuito attorno a due chiostri: comprendeva un dormitorio di quaranta celle, gli ambienti per gli ospiti e infermi, la libreria e lo studio di teologia dei domenicani, collocati al piano superiore del corpo edilizio fra i due cortili. La biblioteca, già completata nel 1544, era a tre navate voltate con 19 banchi per lato e divideva in due parti il lungo dormitorio sul lato orientale attraverso una doppia loggia che serviva da passaggio fra i due ambienti, disposta nella posizione dove attualmente si trova lo scalone, evidentemente sistemato in seguito ad un ampliamento ottocentesco. Nel periodo 1505 – 09 si effettuò una prima trasformazione del convento, grazie ai proventi di cospicue elemosine e, soprattutto, attraverso l’impiego delle risorse incluse nel legato testamentario (1480) di Pino Ordelaffi. L’intervento, eseguito da mastro Francesco da Calvisana su disegno di Agostino da Mantova, riguardava la totale ristrutturazione dei chiostri e la creazione di un nuovo loggiato di gusto rinascimentale.      La decorazione pittorica del refettorio, scoperta nel corso dei primi studi effettuati nel 1996 è di notevole interesse ed oggi interamente restaurata. Sulla parete nord è dipinto un affresco ripartito in tre scene da elementi architettonici: quella centrale rappresenta una Crocifissione, mentre quelle laterali descrivono due momenti significativi della vita di San Domenico. Un documento del 1520 attribuisce l’esecuzione a Girolamo Ugolini, figlio di Marco Antonio Argentiere. Sulla parete sud sono rinvenuti altri affreschi, sempre suddivisi da una architettura dipinta che circoscrive la rappresentazione del Miracolo dei pani di San Domenico.

veduta aerea fronte sulla piazza
Forlì, Complesso di San Domenico, veduta del fronte sulla piazza [Google Maps]

Importanti opere di ampliamento e ristrutturazione vennero realizzati anche nella chiesa, all’inizio del XVIII secolo, evidentemente per adeguarla alle nuove regole stabilite in seguito alla controriforma. L’edificio originario era a tre navate divise da una serie di pilastri e si concludeva con un’abside semicircolare, mentre a fianco di questa sorgevano il campanile (ricostruito dopo il 1408, in seguito al danneggiamento di un fulmine), la sagrestia e un piccolo porticato, posto lungo il lato meridionale della costruzione. La chiesa venne poi allungata e diventò ad unica navata con cappelle laterali. La parte più significativa dei lavori fu realizzata nel periodo 1715 – 19 e riguardava l’esecuzione di gran parte della decorazione interna, stucchi, dipinti e altari delle cappelle, oltre alla sistemazione di coro e abside. La Cappella Albicini, il cui grande volume è ben visibile all’esterno della costruzione, è stata oggetto di diverse vicissitudini contemporanee ai lavori settecenteschi, che videro coinvolti diversi artisti e consulenti. La cappella, acquistata nel 1626 dal marchese Giuseppe Albicini (1589 – 1668) e intitolata a San Giuseppe, sporgeva verso il corpo della navata: per questo motivo doveva essere ridotta di dimensioni ed uniformata alle altre. Naturalmente, la famiglia era contraria al progetto, cosicché il marchese scrisse a Roma per contrastarne l’esecuzione, allegando in suo favore le valutazioni di alcuni esperti (1706). In tale occasione venne chiamato da Bologna anche l’architetto Giuseppe Antonio Torri (1655 – 1713), che eseguì alcuni studi per la chiesa, mentre Filippo Cignani (1663 – 1726) eseguì il disegno dettagliato di tutte le decorazioni della cappella. In risposta a quella dell’Albicini, nel 1714 fu inviata a Roma una perizia del capomastro e architetto Domenico Conti di Forlì, consulente dei Padri domenicani, che descriveva la pianta dell’edificio con le esatte proporzioni di quello attuale. All’interno della chiesa si trovavano diversi altari, disposti all’interno delle cappelle laterali, oggi trasferiti al duomo e in diverse altre chiese di Forlì, mentre alcuni dipinti e i sarcofagi dei domenicani Marcolino e Giacomo Salomoni si trovano ora nella pinacoteca.

veduta aerea lato est
Forlì, Complesso di San Domenico, veduta del fronte posteriore [Google Maps]

Gli ambienti che ospitano la pinacoteca civica sono posti al secondo piano dell’antico convento e contengono importanti opere eseguite dal XII al XV secolo, numerosi dipinti di Marco Palmezzano (1459 – 1539) e del Cinquecento romagnolo, quindi i manieristi di Livio Agresti (1508 – 79), Francesco Menzocchi (1502 – 74), Livio Modigliani (doc. 1570 – 1606), i tardo manieristi e del primo Seicento, di Ferraù Fenzoni (1562 – 1645) ed alcune nature morte del Settecento.

Riferimenti:

  • M. Foschi, G. Viroli (a cura di), Il San Domenico di Forlì: la chiesa, il luogo, la città, Bologna 1991
Mappa

Immagini collegate:

condividi su:
Questa voce è stata pubblicata in Forlì e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.